In occasione della Milano Design Week 2024, lo Spazio Cappellini di via Borgogna, grazie alla collaborazione con Campogrande Concept, accoglie le composizioni floreali di Elham M. Aghili, una giovane artista di origini persiane che in pochi anni dall'inizio dei suoi studi in arti visive presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna è riuscita a trasformare le sue interpretazioni ibride e oniriche della natura in installazioni straordinarie, collaborando con grandi brand, musei, gallerie e istituzioni internazionali e ottenendo prestigiosi riconoscimenti.

Innamorata della natura a cui si ispirano le sue complesse installazioni, Elham M. Aghili è figlia di una cultura ibrida. Le sue origini persiane hanno profondamente influenzato sia la sua tecnica artistica, basata sull’intreccio del filato tessile, sia la sua visione del mondo e dell’ambiente che ci circonda, percepito come proiezione dell’interiorità, un giardino dai confini ambigui in cui selvatico e addomesticato si confondono e sovrappongono.

Le opere floreali di questa giovane artista evocano molto più di ciò che svelano. In un gioco di allusioni e di rimandi, Aghili riesce a creare una natura parallela fatta di filati e di poesia, una natura “viva” capace di uscire dagli ambienti a cui è solitamente adibita e a impossessarsi degli spazi architettonici nei quali è contenuta.

In tutti i suoi lavori, Elham M. Aghili affianca una tecnica rigorosa a una grande attenzione alla sostenibilità e all’upcycling. All’inizio della sua carriera, anche per motivi economici, l’artista ha spesso utilizzato materiali di riciclo. Con il tempo, anche potendosi permettere prodotti più ricercati e sofisticati, Aghili ha continuato a creare quelli che lei stessa definisce “ammasso di rifiuti”, oggetti vivi nati dal recupero e dalla trasformazione di materiali destinati allo smaltimento.

Le composizioni floreali create per Cappellini e installate all’interno dello showroom sono state realizzate utilizzando e i residui di magazzino di Vimar1991, un’azienda tessile specializzata nella produzione di filati fantasia. Proprio il filato, come sottolinea la stessa Aghili, è un materiale fluido, morbido, amorfo, quindi ha un enorme potenziale espressivo e si rivela perfetto per dar vita a questi oggetti vivi e malleabili in cui, ad eccezione del filo di ferro che costituisce parte della struttura portante, tutti i materiali utilizzati, dai tessuti ai componenti interni, sono elementi di riciclo.